Mese: marzo 2015

10 aprile: i ticinesi riprendono in mano le loro vite

Save the date! Se avete impegni, spostateli. Il 10 aprile al Ristorante Alla Bricola di Rivera, alle 20.15 ci sarà la prima serata del gruppo STOPARP, durante la quale verranno illustrati sia il modus operandi delle Autorità Regionali di Protezione sia gli abusi che vengono ripetutamente perpetrati.

Non è una cena e l’entrata è ovviamente libera. Il Ristornate ha messo a disposizione una sala, la consumazione è gradita (un caffè è sufficiente).

Ancora prima di essere l’inizio di una “rivoluzione” (pacifica, ovviamente), ancora prima di essere il manifestarsi di intenti comuni, questa serata insegna che, uniti, si possono cambiare le cose.

Di più, insegna che quando politici come Norman Gobbi dicono di avere le mani legate davanti a questi scempi, si manifestano in tutta la loro pochezza umana.

Perché partecipare? Perché nessuno è immune dalle ARP. Volete sapere come e perché? Ci si vede il 10 aprile a Rivera.

10 aprile 2015 - ore 20,15 - Ristorante La Bricola - Rivera
10 aprile 2015 – ore 20,15 – Ristorante La Bricola – Rivera

Beltraminelli ha ragione

In Ticino divampa la polemica sulla tessera per parcheggi rilasciata alle alte cariche del Municipio e ancora in dotazione a chi, oggi, di cariche non ne ricopre più.

Tra questi anche il Ministro Paolo Beltraminelli il quale, ex municipale della Città di Lugano, si chiede (giustamente) se deve anche restituire le bottiglie di vino che riceve in omaggio ogni Natale.

Problemi grassi e polemiche giustificabili: il Ticino non ha altri problemi, quindi ci si scaglia contro cose di pochissimo conto.

A meno di un mese dalle “politiche”** l’opinione pubblica, spinta dai media, mette sulla graticola uomini e donne che parcheggiano gratis anche se (non si sa bene secondo quale ottica) non ne avrebbero più il diritto.

Beltraminelli ha tutte le ragioni quando sostiene che si sta facendo tanto rumore per nulla.

L’Onorevole Paolo Beltraminelli smette di avere ragione quando è a conoscenza del fatto che un cittadino ticinese è stato completamente abbandonato dal suo dipartimento dal quale riceve solo insulti, sfottò e false promesse.

Abbandonato a se stesso, impossibilitato ad accedere a cure delle quali ha bisogno. Chiede aiuto e gli rispondono che può morire per strada.

E chi non prova un senso di vomito sappia che domani può succedere a chiunque, perché se i funzionari del DSS parlano così ai cittadini, significa che vige l’anarchia.

** Grazie a “Fra” per la segnalazione: ho corretto “amministrative” in “politiche”.

I ticinesi? Sono tutti scemi…

Tra poco più di un mese i ticinesi andranno alle urne per eleggere il Governo. I partiti, con i rispettivi organi di stampa, lanciano proclami che hanno dell’incredibile. È scesa la disoccupazione, sono calati i crimini, la popolazione è felice e la polizia fa inseguimenti rocamboleschi durante saghe popolari per assicurare alla giustizia criminali pericolosissimi ricercati anche all’estero. La situazione economica, certo, non è rosea, ma gli ammortizzatori sociali funzionano bene e i cittadini in difficoltà trovano conforto nell’aiuto dello Stato.

Poi scopri che un cittadino italiano è stato condannato a 17 mesi di galera per una serie di reati. Pena inflitta con la condizionale (siamo a dicembre del 2013) a patto che il signore in questione lasci il Ticino. È quindi lecito attendersi che il signore o abbia raggiunto l’Italia o stia scontando la pena in una struttura carceraria.

Questo signore frequenta con regolarità le Istituzioni ticinesi, perché bisognoso dell’intervento dello Stato in diversi ambiti della sua vita. Quindi, come è lecito attendersi, queste diverse istituzioni hanno l’obbligo di annunciare alla Polizia Cantonale dove e quando potranno trovarlo affinché la pena venga eseguita o affinché venga accompagnato al confine.

Infatti gironzola libero per il Malcantone, indisturbato. Verrà anche operato a breve presso un ospedale ticinese.

Espulso per potere contare sulla condizionale, non ha né lasciato il Ticino né ha scontato la pena.

Però la sicurezza aumenta e le istituzioni, come titolano i giornali locali, funzionano alla perfezione.

Altra prova della perfezione delle istituzioni: una signora chiede un aiuto economico alla città di Lugano. A quanto pare però non ci sarebbero i presupposti per poterne godere; detto in altri termini la signora avrebbe un reddito troppo alto per potere contare su un intervento da parte della cosa pubblica. Il condizionale è doveroso, ma nulla toglie alla questione principale: un impiegato comunale si da’ da fare per trovare chi è disposto a firmargli in bianco l’autorizzazione a procedere con il pubblico aiuto. “Tu firma il modulo, poi lo riempio io”, scrive in un’email indirizzata a chi ha il potere di firma.

Quando un ticinese ha bisogno di aiuto economico si rivolge, magari con un filo di vergogna, agli uffici preposti. Deve portare prove del reddito, delle spese ricorrenti, dello stato dei pagamenti che ha effettuato e, fino a qui, tutto è lecito e comprensibile.

Non si comprende però perché questo impiegato comunale, nel caso specifico, faccia tutta una serie di eccezioni per questa signora, fino al punto di cercare qualcuno disposto a firmare in bianco e quindi a prendersi le responsabilità del caso se in futuro venissero riscontrate irregolarità.

Però in Ticino tutto fila liscio, le istituzioni fanno tutto bene, sono inattaccabili e i cittadini devono crederci. Perché se non ci credi e poni domane, parte la solita campagna denigratoria.

Per qualcuno i ticinesi sono tutti scemi e credono a qualsiasi fandonia venga loro raccontata dai media. La politica che vuole avvilire l’intelligenza degli elettori. Storia già vista e rivista.

In chiusura: mentre un condannato gironzola a piede libero, il supercriminale di cui si parlava all’inizio, non era altro che un diversamente abile. Insomma, nulla a che vedere con un pericoloso figuro ricercato anche all’estero.

Norman Gobbi si supera e alle bugie replica con altre bugie

“Prendo atto dell’articolo pubblicato il 5 marzo da questa testata, a firma Orlando De Maria, e prendo pure atto della risposta dell’onorevole Gobbi il quale, ad ulteriore e non necessaria conferma, certifica il suo essere completamente fuori luogo, fuori tema e fuori da ogni contesto.

Benché io abbia un blog non sono una blogger, esattamente come chiunque possegga un orto non è un contadino. Non ho nessun interesse personale, cosa che ho già ribadito all’onorevole allorquando, nei giorni scorsi, ha avanzato la stessa sciagurata ipotesi in un’email che mi ha indirizzato.

Quindi non solo ha mentito nel rispondere alle domande che gli ho posto, domande che peraltro ha prima giudicato superficiali e ora invece definisce “in apparenza legittime”, sottolineando così un disagio che avrebbe potuto non enfatizzare giacché palesemente evidente nelle risposte con cui ha onorato la mia umile intervista ma, imperterrito, continua a mentire ora dando disperato risalto a presunti interessi personali già esclusi dalla sottoscritta. Nessun interesse personale, a meno che dare voce alle centinaia di cittadini le cui vite sono state irrimediabilmente compromesse dalle ARP non rientri in tale accezione.

Ritengo quindi necessario ridimensionare l’intervento dell’onorevole Gobbi su questa testata ad un tentativo, peraltro non riuscito, di sviare il reale tenore della discussione, ovvero le sue menzogne.

Le osservazioni che ho fatto sul mio blog alle risposte fornite dal direttore Gobbi erano e rimangono doverose: ha mentito ai cittadini e ne prenda atto, limitandosi a mettere in discussione le mie capacità professionali sulle quali può ovviamente sentirsi libero di recriminare.

Se è particolarmente infastidito dal fatto che le mie repliche fossero più lunghe delle sue risposte ognuno tragga i suoi spunti per le rispettive carriere: io cercherò di imparare l’arte della sintesi, lui impari quella delle risposte più precise e puntuali.

Anche ciò va però confinato in un ruolo secondario, lasciando ampio spazio a quello principale: l’onorevole Gobbi ha mentito ai cittadini e, ancora, ritiene che il malfunzionamento delle ARP sia presunto, condizione che obbliga a credere o che le centinaia di cittadini profondamente colpiti dall’agire fuori controllo delle ARP siano altrettanto presunti oppure che Gobbi non abbia in mano la situazione.

Se dopo il voto di aprile l’onorevole Gobbi, al quale formulo i miei sinceri auguri, verrà rieletto e decidesse di dirigere ancora il dipartimento delle istituzioni, potrà impegnarsi per correggere il sistema abusante che le ARP fomentano pressoché indisturbate anche perché, dall’alto, c’è chi preferisce lanciarsi in discutibili risposte a mezzo stampa, piuttosto che impegnarsi per migliorare la vita dei cittadini che di sua spontanea volontà ha deciso di rappresentare.

Sarebbe necessaria la riconferma di Gobbi, così potrà finalmente fungere da motore al cambiamento di una situazione, quella delle ARP, che mina fortemente il futuro di tante persone”.

***

Questa replica è stata inviata al Corriere del Ticino che non ha voluto pubblicarla. Mi ha scritto il direttore Fabio Pontiggia sostenendo, in pratica, che avrei dovuto replicare quello che voleva lui.

Il Corriere del Ticino non mi ha dato il diritto di replica come sancisce la legge svizzera.
Quella legge che io non conoscerei.

Il Corriere del Ticino si è affrettato per dare spazio all’opinione del direttore del dipartimento delle istituzioni del proprio cantone che non ha speso una parola sulle sue menzogne e sul proprio lavarsi le mani in merito all’operato delle ARP. Non si è scusato con i suoi connazionali ma ha continuato a sostenere il falso, ha lanciato offese insensate mentre sottolineava che Orlando De Maria era suo vicino di casa ad Ambrì.

Erano vicini di casa ad Ambrì.

Ok.

Qui, un “simpatico” articolo con documenti, sull’indipendenza del Direttore di cui sopra.

Ognuno tragga le proprie conclusioni.

Detto ciò, la replica che il Corriere del Ticino si è rifiutato di pubblicare è stata invece resa nota da alcuni portali svizzeri il 10 marzo 2015.

 

 

 

Gobbi indomito e confuso: non sa più cosa dice. Però lo dice.

Lo scorso 6 marzo il Ministro Gobbi, dalle pagine de “Il Corriere del Ticino”, si scagliava con veemenza contro l’intervista che ha rilasciato a questo blog il 20 febbraio. Oltre alla filippica sulle mie capacità e a miei presunti interessi personali (!?) il Ministro rifugge l’ipotesi di avere mentito ai cittadini. L’intervista è questa e ognuno potrà giudicare se è stato sincero o meno. L’Onorevole appare in difficoltà e piuttosto nervoso e sacrifica le centinaia di cittadini che si lamentano dell’operato delle ARP, sostenendo che le disfunzioni di tali enti siano solo presunte.

Il 20 febbraio, quindi 14 giorni prima, il Ministro sosteneva sulle pagine di questo blog (vedi intervista): “che la situazione attuale non sia ottimale è risaputo, il messaggio 7026 […] pone proprio l’obiettivo di introdurre un’organizzazione che possa migliorare il funzionamento delle autorità di protezione, la qualità delle loro decisioni e degli interventi”.

Non pago di uno strafalcione simile l’Onorevole Gobbi, nel suo inutile intervento sul quotidiano ticinese, ha sostenuto di segnalare puntualmente alla Camera di protezione del Tribunale di appello (l’organo che vigila sull’operato delle ARP) tutte le disfunzioni di cui viene a conoscenza. E noi, ovviamente, prendiamo per buona questa sua esternazione.

Il 23 febbraio, tanto per dare occasione al Ministro di criticare le mie capacità, gli ho comunicato che il Presidente supplente della ARP 2 (Mendrisio) sarebbe titolare di alcuni dossier, cosa che si verificherebbe anche presso l’ARP 6 di Agno, laddove alcuni dossier sarebbero stati assegnati ad un revisore il quale, si teme, possa revisionare anche gli incartamenti di cui è titolare. Nel contempo gli ho comunicato che l’ARP 8 assegnerebbe mandati esterni ad amici dei propri membri.

Va riconosciuto all’Onorevole Gobbi di avermi risposto in tutta celerità, ecco come: “[…] le sue considerazioni, che tra l’altro si limitano a prendere di mira unicamente la ARP 8 con sede a Lugano (ne sappiamo entrambi i motivi), le trasmetta alla Camera di protezione del Tribunale d’appello che, per legge, è pure Autorità di vigilanza sugli organi di protezione e sui loro membri”.

Il 6 marzo, sul Corriere del Ticino, dice ai cittadini di segnalare in prima persona i casi anomali alla Camera di protezione del Tribunale d’appello. Il 23 febbraio ha dato a me il compito di farlo.

Ciò che se ne deduce:

– mi scaglio contro l’ARP 8 (!)
– le ARP funzionano bene ma il Ministro si impegna per ridurne i malfunzionamenti (!!)
– il Ministro segnala all’organo di verifica i casi di malfunzionamento (i quali, stando alle sue parole, non esistono) e però chiede a me di farlo (!!!)

Morale della favola? Sono un’incapace inconcludente, a causa di motivi che conosciamo entrambi, tranne me.

Poi, non pago di rasentare l’insostenibile, il Ministro ammonisce chi non cerca il dialogo. Le ARP omettono di rispondere ai cittadini, omettono di rispettare i regolamenti, vietano ai cittadini la possibilità di ricorrere contro le loro decisioni. Gobbi, negli ultimi anni, non ha mosso un dito e ancora oggi ignora il Codice Penale che sostiene sia responsabilità delle autorità segnalare dubbi e sospetti agli organi competenti. Ora biasima chi non dialoga. Lo dica alle centinaia di cittadini che il dialogo lo hanno cercato invano e a lungo. Gobbi è ministro, certo, e io solo una piccola e insipida giornalista da strapazzo. Ma sento ancora un senso di nausea quando chi dovrebbe fare gli interessi del popolo, in realtà, si arroga il diritto di ignorarlo a vantaggio di pochi.

Domenica prossima il “Mattino della Domenica”, l’organo di stampa del partito del Ministro Gobbi, si scaglierà contro di me dandomi ancora una volta della terrona stupida. A meno che non cambi idea anche la Redazione.

La faccenda Gobbi non si placa. E fanno tutto loro…

Il Mattino della Domenica, organo di stampa de La Lega dei Ticinesi, mi ha dedicato un intero articolo (uella!) intitolato “Quando la Mosca si crede un’aquila”. Di questo articolo vanno apprezzati la “M” maiuscola che denota una discreta conoscenza della lingua italiana da parte dell’articolista e “aquila” scritto correttamente. Due punti a favore di un intervento, una volta tanto, non del tutto sgrammaticato.

Esauriti i punti a favore, il divertente articolo, sottolinea come un’italiana che “ronza nell’orbita della Pontificatrice originaria di Oliveto Citra in provincia di Salerno” non sia in grado né di intendere né di volere. E questo perché “Gobbi non può fare nulla per riportare alla normalità la condotta delle ARP”.

Poiché, continua l’articolo, non conosco le leggi svizzere devo tacere. In realtà ciò che va rimproverato al Ministro Gobbi (vedi miei post precedenti) è quello di avere deliberatamente mentito ai cittadini, tutti, e non solo a quelle persone che sono strette dalle maglie delle ARP.

Poiché non conosco le leggi, continua l’articolo, non ho il diritto di sostenere che un Ministro, informato di fatti di rilevanza penale, abbia il dovere specifico di attivare d’ufficio quei canali (in questo caso la Procura) che possono verificare l’accaduto, fosse anche con il compito di fugare dubbi.

La richiesta che ho inoltrato a “Il Mattino della Domenica” di volere pubblicare una mia breve replica, così come sancito dal Codice Civile svizzero agli articoli 28g e seguenti, non ha avuto seguito perché non conosco le leggi.

Infine è doveroso ringraziare gli autori delle tante manifestazioni di stima che, negli ultimi giorni e soprattutto nelle ultime ore, arrivano all’indirizzo email stoparp.ticino@gmail.com. Benché ne sia lusingata, invito anche chi vuole raccontare la sua storia a farne uso.

#STOPARP

Aggiornamento: il 09/03/2015, il Mattino online ha pubblicato la mia risposta. Non è stata pubblicata anche sul cartaceo (per quanto ne so ma potrei sbagliare). Non conoscerei le leggi svizzere ma so che la risposta ad un articolo sul cartaceo dovrebbe essere pubblicata sul cartaceo dandole lo stesso spazio e rilevanza. In ogni caso, apprezzo la pubblicazione della mia risposta, seppur solo online, da parte de Il  Mattino; al contrario di ciò che ha fatto Il Corriere del Ticino.

Eccola:

In relazione all’articolo apparso sul “Il Mattino della Domenica”, relativo alle critiche mosse dalla sottoscritta all’Onorevole Gobbi, è doveroso e necessario fare notare quanto segue:

1. La separazione dei poteri, in vigore da inizio 2013, non spiega come mai il Ministro Gobbi non sia intervenuto in modo adeguato fino al 31.12.2012, quando ancora le Autorità Regionali di Protezione (ex CTR) sottostavano al diritto amministrativo;
2. Né l’intervento del Ministro del 6 marzo 2015 su “Il Corriere del Ticino” né l’articolo apparso su questo quotidiano in data 8 marzo, approfondiscono il tenore reale delle osservazioni sollevate dalla scrivente, ossia che il Ministro Gobbi ha palesemente mentito ai cittadini, sostenendo di non essere al corrente di fatti invece a lui noti.

Tutto il resto è pura strumentalizzazione che fa parte del gioco ma che non è scopo di nessun organo di informazione.

Gobbi ha deciso (finalmente) di parlare

Ieri ho pubblicato su questo blog la lettera che il signor Orlando De Maria, curatore vicino al mondo delle ARP, ha inviato al quotidiano “Il Corriere del Ticino”.

Poteva mancare la replica dell’Onorevole Gobbi, toccato dalla lettera del signor De Maria? Certo, poteva, ma a Bellinzona non si fanno mancare nulla e, soprattutto, non sanno quando conviene tacere.

Replica del Ministro Gobbi alla lettera apparsa sul Corriere del Ticino del 5 marzo 2015
Replica del Ministro Gobbi alla lettera apparsa sul Corriere del Ticino del 5 marzo 2015

Ecco la replica che il Ministro ha inviato allo stesso quotidiano.

Non aggiungo altro perché l’Onorevole Gobbi disdegna le osservazioni.

L’intervista a cui fa riferimento il Ministro è questa.