Quello che segue può sembrare un caso accaduto in un regime totalitario. Invece è successo nella civile Lugano, a due passi dall’Italia.
Un padre divorziato, per potere mandare dei regali ai suoi figli, deve accettare che i pacchi vengano consegnati loro davanti alle autorità. Da una parte perché la madre dei minori ha fatto di tutto per evitare la consegna dei pacchi, raccontando ai figli che il padre ha evidentemente raccontato loro una bugia e che non esiste nessun regalo. Dall’altra parte grazie all’intervento dell’avvocato Manuela Fertile, che si pregia di essere una mediatrice la quale, in veste di patrocinante della madre dei minori, sostiene che nei pacchi ci possano essere armi o droga. Cosa ovviamente fuori da ogni contesto logico, come viene ironicamente sottolineato dal curatore che ha assistito allo scambio e di cui SI ALLEGA QUI il rapporto.
Rapporto che evidenzia come sia necessario un riavvicinamento padre – figli, il cui allontanamento è stato voluto dalla madre dei minori, con la collaborazione dell’ARP 8 di Lugano che ha ascoltato solo i racconti della stessa, senza dare al padre occasione di contraddittorio il quale, in ogni caso, non avrebbe avuto nessuno scopo giacché l’ARP 8 ha comunque ignorato tutte le prove, addotte dal padre, utili a confutare le teorie materne. Va ricordato che l’ARP 8 è presieduta dall’avvocato Clarissa Torricelli e, a suo supporto, gode della collaborazione della dottoressa D’Ottavio del Priore. Entrambe queste signore sono finite agli onori della cronaca locale, ognuna per far suo, per i loro atteggiamenti professionali non del tutto trasparenti.
In sintesi il curatore suggerisce all’ARP 8 di ignorare gli accanimenti degli adulti perché è evidente che i minori abbiano bisogno di avere un rapporto sereno con il padre.
Nei giorni seguenti il padre dei minori, aggredito per l’ennesima volta dalla ex moglie (le autorità sono in possesso della trascrizione di un file audio che hanno ignorato) viene ulteriormente attaccato dall’avvocato Fertile (una mediatrice) che sostiene vi sia stato un alterco tra il padre e i minori al telefono: l’avvocato Fertile, nella sua lettera, usa toni inaccettabili (verrà pubblicata su questo blog tra qualche giorno) e, per l’ennesima volta, fa affermazioni pesantissime nei confronti del padre dei minori che non ha mai nemmeno incontrato.
Ad ulteriore riprova della sua estraneità il padre consegna all’ARP 8 un estratto delle telefonate fatte ai figli: la durata delle stesse è prova evidente del fatto che, al contrario di quanto sostiene l’ex moglie, i ragazzi parlano volentieri col padre. Telefonate lunghe, in cui padre e figli si scambiano opinioni in vari ambiti, durante le quali i ragazzi chiedono consigli al padre in merito a scuola, amici e altre faccende tipiche della vita di un adolescente.
Tra le molte cose da porre in evidenza c’è il fatto che, a fronte di un brutto voto ottenuto a scuola, i ragazzi cercano il conforto del genitore. Più in là (anche questo documento verrà pubblicato tra qualche giorno) verrà sostenuto che i ragazzi sono terrorizzati di dire al padre di avere avuto una cattiva valutazione in un compito in classe. Addirittura sono terrorizzati dalle conseguenze: il padre vive a 700 chilometri di distanza.
Da una parte le fandonie inventate dalla madre dei minori, avvalorate da nessuna prova, dall’altra parte una quantità abbondante di prove e il supporto di un curatore, nominato dall’ARP 8 stessa che indicano quanto la signora stia cercando di ottenere un ulteriore isolamento dei figli dalla vita del padre.
Risultato di tutto ciò? Da lì a poco l’ARP 8, come da consuetudine, impedirà al padre di avere rapporti telefonici coi figli.
Giustizia è fatta.
Un pensiero su “Gli abusi dell’ARP 8 – Un caso clamoroso”