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E tu ti rendi conto che noi dobbiamo respirare la tua stessa aria?
Commento di tale Adriana Sartori de la Lega dei Ticinesi che scrive su Facebook:
“Se volete giudicatemi “macabra”… ma vi rendete conto di cosa si nutrono i pesci che poi NOI mangiamo???? Io sono realista non razzista”.
Segue.
Petizione che chiede le dimissioni di questa signora.
https://www.change.org/p/red-de-solidaridad-popular-dimissioni-di-adriana-sartori-balerna
Segue.
L’unica risposta possibile.
Punto.
Per Gobbi 12 su 30 = casi isolati
Il ministro ticinese Norman Gobbi, che chi legge questo blog sa essere incline alla menzogna, è al centro di una polemica minima a causa dei dodici militari svizzeri (ticinesi e grigionesi) trovati positivi all’uso di cannabis (7) e cocaina (5).
Dodici militari su trenta controllati per il ministro sono dei “casi isolati”.
Tanto isolati che sono del tutto passati inosservati alla stampa internazionale: qui ne scrive The Guardian, qui ne parla The Indipendent e qui invece il sito della BBC (testate un pochino più quotate de “Il Mattino della Domenica”).
Al di là dell’eco mediatica, affidandoci all’aritmetica elementare, 12 soldati su 30 corrispondono al 40%. Casi isolati. Accetteremmo una simile affermazione se, ad esempio, un farmaco si dimostrasse inefficace per 4 persone su 10? Lo riterremmo valido? E diremmo che coloro i quali non trovano giovamento dalla cura sono “casi isolati”?
Ma non è tutto: il ministro fa appello alla “tolleranza zero“, probabilmente non sapendo che si tratta di un metodo sulla cui utilità ci sono ancora tanti dubbi e, a prescindere da ciò, si sposa meglio con i contesti anti-democratici.
Al netto di ciò sappiamo che le ARP non sono del tutto inclini alla liceità, che tra la Polizia Cantonale ci sono mele marce e che su queste la giustizia non interviene: ha fatto poco scalpore il caso del poliziotto cantonale espulso dal corpo per le sue attività truffaldine, attività che sono continuate anche in seguito e di cui non ha mai dovuto rendere conto perché, preso a rubare per l’ennesima volta, il giudice ha deciso di dargli “un’altra possibilità”. Sappiamo anche che l’esercito di milizia è fortemente viziato da attività illecite.
Quindi ARP, esercito, polizia e magistratura si dimostrano fallaci. E il ministro Gobbi, a capo del dipartimento che racchiude tutte queste organizzazioni / enti / istituzioni, parla di tolleranza zero. Ancora una volta Gobbi viene pizzicato fuori contesto e fuori luogo.
Il fatto è che i militari sono a Davos per garantire la sicurezza: c’è da chiedersi come questi “casi isolati” possano occuparsene (7 positivi alla cannabis, 5 alla cocaina, un milite in possesso di tre grammi di coca e, per non farsi mancare nulla, è partito anche uno sparo). Questo sfacelo dovrebbe indurre alla riflessione ma è evidente che Gobbi preferisce la reazione tosta perché lui, di responsabilità oggettive, non vuole proprio sentirne parlare. Sia chiaro, non è colpa del ministro se la società è quella che è ma essendo a capo del dipartimento che tutto sovraintende, non può limitarsi ad usare il pugno di ferro.
In attesa della replica stizzita del “domenicale” per eccellenza (che butac.it classifica tra i siti di “pseudo giornalismo”), ognuno rifletta per far suo, decidendo con il proprio cervello se il 40% sono casi isolati e se la cura è la tolleranza zero oppure se vale la pena fermarsi un attimo a riflettere.
Tre (semplici) domande sulle ARP
Sta facendo scalpore il caso dell’ARP 2 di Mendrisio, riportato da TIO.
In sintesi: una signora posta sotto tutela passa a miglior vita. Il tutore (che a me risulta essere una donna, ma ha di certo ragione TIO) presenta la sua parcella (15mila franchi, ovvero circa 15mila euro) per 4 mesi di prestazione. Questa somma viene prelevata dal conto corrente della defunta, all’insaputa dei famigliari e contro le norme che declinano agli eredi il compito di pagare il tutore. In questo caso l’ARP ha avallato il pagamento, sostituendosi così alla legge e agli eredi.
Al di là della somma che appare spropositata, c’è quindi un pesante strappo alle regole, tant’è che gli eredi si chiedono se ci siano gli estremi per adire le vie legali per “appropriazione indebita”.
L’ARP 2, come sempre fa chi non sa più come nascondersi, si trincera dietro al più retorico, classico e misero “no comment” mentre, essendo pubblica istituzione, dovrebbe prendere posizione e spiegare perché ha dato il benestare al pagamento e perché lo ha fatto in barba alle regole.
Questa storia, in realtà, puzza tanto di incompetenza e poco (se non pochissimo), di volontà di appropriarsi indebitamente di una somma di denaro. Uno dei tanti abusi compiuti dalle ARP che hanno due reazioni principali: l’indignazione di chi ne viene a conoscenza e l’indifferenza del Direttore del Dipartimento delle Istituzioni.
Chi difende i cittadini da chi dovrebbe difenderli?
Risulta tra l’altro che il tutore (tutrice?) abbia restituito parte della somma, ma non si sa di quale importo si stia parlando e, soprattutto, perché. Se un professionista emette fattura, di norma, lo fa a ragion veduta; emettere sconti o decurtarsi la parcella non è serio: se ha fornito un servizio che legittima la richiesta economica non si capisce perché debba essere disposto ad accontentarsi di meno. Questo punto non è chiaro.
Solito velo pietoso su Norman Gobbi che non ha preso posizione: del resto, dice lui, c’è la separazione dei poteri. Allora i webmaster del Cantone separassero anche le pagine (che non aggiornano da anni) che associano gerarchicamente le ARP come sussidiarie del Dipartimento delle Istituzioni.
La domanda è questa: se le ARP non sanno gestire una faccenda meramente amministrativa, come si può confidare in loro quando sono chiamate a gestire situazioni più complesse come quelle dei diritti genitoriali, spesso rese ancora più caotiche da avvocati ridicoli, genitori patetici e dalle stesse ARP, altamente al di sotto delle più basse aspettative?
L’altra domanda invece è questa: se gli eredi della defunta non avessero sollevato obiezioni, la curatrice avrebbe restituito il denaro?
La terza ed ultima domanda: le ARP, nate per difendere i cittadini, li difendono davvero o abusano della loro posizione pressoché incontrastata da organi di controllo risibili e magistratura inerte e immobile?
Le ARP mietono vittime (e il governo fa spallucce)
Ricevo e pubblico un’accorata e lunga lettera. Vale la pena leggerla perché lascia trasparire la profonda inadeguatezza delle istituzioni coinvolte. Situazione che la politica continua ad ignorare.
C’è un punto in cui l’incompetenza diventa “manifesta volontà di ledere”: questo punto è già stato superato?
Personalmente non approvo alcune delle espressioni usate dall’autore della lettera riportata, così come non sono d’accordo quando l’autore fa riferimento ad interessi economici. Questi mercimoni, per il momento almeno, appartengono ad altri paesi. E questa è una delle profonde differenze che mi lasciano credere che la situazione in Svizzera avrebbe potuto essere raddrizzata se solo ci fosse stata la volontà. Si è ancora in tempo? Bisognerebbe chiederlo alle vittime, perché Gobbi ha già detto di non riconoscere responsabilità del suo dipartimento.
***
“Un Natale tragico quello del 2015 per due madri del Canton Ticino, che si sono viste rubare i loro figli dai malefici funzionari delle ARP. Due casi molto gravi, uno dei quali, quello del neonato tolto dalla madre, ha fatto la UNO dei giornali ticinesi. Finalmente si comincia a parlare di queste istituzioni naziste (o ancora peggio!!) delle ARP, che da decenni riempiono le casse dello Stato con furti di bambini totalmente illegali e abusivi! La soluzione provvisoria discussa in Parlamento permetterà sì, alla madre di potere allattare quotidianamente (visto che inizialmente le ARP le permettevano un diritto di visita di solamente per tre giorni alla settimana, in pieno allattamento!! CRIMINALI!!! ), ma una volta entrate nella vita di un cittadino, queste ARP non lo mollano più! Se avessero voluto veramente aiutare la Signora Poretti, si poteva farlo senza strapparle il figlio di mano! Ormai la dinamica delle loro azioni sono chiare a tutti: l’intenzione era distruttiva! La Svizzera vuole mostrare al Mondo intero la sua perfezione, la sua voglia di aiutare bambini, di combattere contro la pedofilia, di aiutare i profughi, i rifugiati, ecc. I politici svizzeri utilizzano grandi parole come democrazia, Stato di Diritto, Diritti umani, Diritti per i bambini! Ma cosa fanno questi politici per aiutare i propri cittadini ed i propri bambini nel bisogno? Troppo facile dare una bella immagine al Mondo, per poi fare esattamente l’opposto di ciò che si dice! VERGOGNA! Simonetta Sommaruga e Norman Gobbi, quanta ipocrisia! Le ARP stanno togliendo la vita, la forza e la speranza a migliaia di bambini solo in Ticino. Ma tutti tacciono! La bambina di 12 anni che ha subìto gli abusi dal padre è tutt’ora imprigionata in un Foyer del Mendrisiotto, con il solo diritto di una telefonata settimanale con la madre. La bambina ha più volte dichiarato di non volere più vedere il padre che gli ha fatto tanto male, che l’ha umiliata, abusata, traumatizzata. Ma le ARP (Avv. Gabriella Meuli Bianchi & Co) hanno pensato bene di obbligare la bambina a rivedere il padre durante delle visite sorvegliate! Vi rendete conto? E l’inchiesta di presunti abusi, intralciata dalla Commissaria di Lugano (XXXXXX), che fine ha fatto? Fino ad ora non è neppure iniziata e sono passati già tre mesi ormai. Qui in Svizzera si preferisce mettere una bimba in mano ad un pedofilo, piuttosto che condannarlo! Questi sono i fatti! VERGOGNATEVI!!! Adesso è ora che il PP XXXXXX prenda in mano seriamente questo caso, un caso che in ogni Cantone e Paese dovrebbe essere prioritario! Invece NO!!! Il giorno di Natale, questa bambina era rinchiusa nel Foyer, sola con un educatore! Piangeva al telefono con sua madre (è da oltre tre mesi che piange e implora sua madre di farla tornare a casa), ma gli incompetenti dell’ARP godono nel vedere tanta sofferenza. Gente senza cuore, senza dignità, senza principi, senza morale…senza RISPETTO! Dei criminali, che deformano la legge senza che nessuno ha il potere di contrastarli. Il Tribunale d’Appello ormai si sa, collabora in stretto rapporto con le ARP e solo in rarissime occasioni si schiera contro le loro decisioni (vero Giudice XXXXXX? Si vergogni!) Una bambina che ha avuto il coraggio di svuotare il sacco, ormai pieno da troppi anni, e che per farla tacere giusto per difendere un criminale amico della curatrice, le ARP la isolano (peggio che un prigioniero) in un Foyer di Mendrisio! Senza poter vedere i nonni che lei ama, con una sola visita settimanale della madre (distrutta da questa ingiustizia!) Le ARP infrangono le leggi per distruggere bambini e famiglie. Ma se ci pensiamo bene, non è la legge stessa che dà alle ARP tutto questo potere? Chi è l’ARP? Chi li autorizza ad agire in quel modo? E questo non è solo il problema del Canton Ticino, ma di tutti gli altri Cantoni del Paese. È incredibile come in un Paese, dove si parla tanto di LIBERTA DI ESPRESSIONE, pochissimi giornali parlano dei crimini di questa Organizzazione! Ho scritto a quasi tutti i giornali del paese per far conoscere la nostra storia al pubblico, ma nessuno ha osato pubblicarla e parlar male di questi mostri. L’unico coraggioso, un Professore pensionato che gestisce il suo sito (ticinolive.ch).
L’articolo è stato messo online e letto da più di 3000 persone in tre giorni, ma dopo una telefonata accusatoria, il Professore mi ha informato che è meglio togliere l’articolo e che entrambe saremmo stati querelati. E già, quando certe verità disturbano, si devono eliminare certe prove e rendere il popolo ignorante di certe pratiche allucinanti!
Molta gente non sa chi o cosa è l’ARP, ma se facciamo un’analisi approfondita, l’ARP decide ed esegue ma dietro a tutto sto schifo, c’è il Governo, i Politici, l’Amministrazione che lasciano totale libertà a questi incompetenti. Stanno distruggendo il futuro e la vita di migliaia e migliaia di bambini e famiglie, mentre in Governo, Sommaruga and Company si lavano le mani! Tutti noi ormai sappiamo che la responsabilità di queste azioni è dello Stato elvetico. Lassù in Governo, c’è qualcuno che pensa, poi qualcuno che agisce (le ARP) e poi il risultato: Bambini rubati e milioni e milioni di beneficio, ma soprattutto si ha come l’impressione che si voglia indebolire tutta una generazione, per renderla sottomessa al sistema. Persone intelligenti e coscienti hanno sempre disturbato il mondo politico nel corso della storia dell’umanità. E queste persone, il più delle volte, sono state eliminate! Un uomo debole e frustrato è molto più facile da manipolare, mentre un uomo sveglio e forte, che possiede una forte identità, è difficile da manipolare e quindi diventa pericoloso per chi cerca solo di governare e esaudire i suoi desideri di potere e d’egoismo. Ora mi chiedo quanti politici hanno divorziato e dove sono finiti i loro figli? Anch’essi finiti nella trappola dell’ARP? Non penso proprio!! I figli di certi politici o degli amici di questi uomini di potere, non si taccano…sono ultra protetti! Sono loro il futuro di un progetto egocentrico e malvagio dello Stato (vedi dittature che si tramandano da padre in figlio!) Ma chi paga purtroppo sono sempre semplici ed ordinari cittadini. L’ARP sta distruggendo la psiche di milioni di bambini e genitori. Un vero e proprio lavaggio di cervello. Ma a che scopo? Per indebolirli?
L’ ARP ha più volte dimostrato la sua mancanza di conoscenza, mancanza di equilibrio e di professionalità; Un’organizzazione che basa il suo operato sul bene del bambino, dovrebbe agire differentemente. Cercherebbe semplicemente di creare un equilibrio tra le famiglie ed i bambini. Le azioni dell’ARP invece, fino a oggi e in tutti i cantoni svizzeri sono state devastatrici, senza etica e morale: Azioni puramente criminali! Azioni che fruttano introiti incredibili allo Stato ed ai suoi dipendenti. Le ARP devono essere analizzate veramente in profondità. Ci sono leggi che non sono rispettate e malgrado ciò, avvocati e giudici, non fanno nulla per farle rispettare. Dove sono finiti i veri uomini? Uomini, che vedendo tanta ingiustizia e tanta devastazione, non agiscono? Se la Svizzera fosse veramente un paese di libertà, di diritti, di democrazia, perché allora non si ascoltano i pianti di sofferenza di tutti questi bambini che vogliono solamente stare vicino alle loro madri, ai loro amici e vivere nel loro universo che da loro sicurezza e tranquillità? La Svizzera è uno dei paesi al mondo con il più alto numero di suicidi. Un puro caso? Perché non si approfondiscono le cause di tutti questi suicidi? Si ha forse paura di scoprire il male e l’ingiustizia subita da centinaia di migliaia di persone nel passato fino ad oggi? O forse è più facile dire che erano depressi? Questa è una grande vergogna. Oggi le madri devono gridare forte e chiaro: “I bambini sono nostri e non dello Stato!!! Rivogliamo a casa i nostri bambini che ci hanno rubato. Ora basta con questi abusi dello Stato e delle ARP! Per qualsiasi danno sia psicologico che fisico che i nostri figli subiranno, lo Stato sarà il solo responsabile!” “.
Sta morendo e l’ARP se ne frega
Sta morendo e per anni non ha avuto modo di vedere i nipoti. Due anni fa’ è stata sottoposta all’ARP 8 di Pregassona questa faccenda. Come da prassi l’avvocatessa Torricelli e il suo manipolo di fedeli inosservanti delle leggi se ne sono lavati le mani.
Allora è stata interpellata la Camera di Protezione che ha deciso di mantenere il silenzio.
Sono state messe al corrente la Pretura di Lugano e la Procura che hanno deciso di non rispondere.
Velo pietoso va calato sul Dipartimento delle Istituzioni e il DSS. Lo stato attuale di questa vicenda dimostra che Gobbi e Beltraminelli hanno ben altro a cui pensare e che, in virtù della separazione dei poteri, possono avere la coscienza tranquilla.
Il Municipio di Lugano, pure informato, non ha espresso una sola parola. Evidentemente gli ippocastani sono materia assai più stringente.
Un uomo sta morendo e non può vedere i nipoti, perché la madre dei ragazzi “non è obbligata a farlo”, applicando una delle sue innumerevoli leggi “ad personam”. E cosa fanno le istituzioni? Niente. Tacciono.
Pure sottoponendo all’attenzione dell’ARP le sentenze del Tribunale federale e della CEDU che garantiscono ai nonni di avere rapporti con i nipoti, Torricelli & company hanno deciso di tacere, l’unica cosa che gli riesce meglio dell’insultare l’intelligenza delle utenze, facendosi beffe delle norme e applicando un diritto “à la carte”.
Intanto il nonno continua a lottare, sopportando il dolore fisico al quale va sommata l’angoscia del morire senza avere un ultimo contatto con i nipoti. Sopravvive ai profondi momenti di sconforto e continua a sottoporsi a cure mediche che gli danno qualche speranza in più.
La risposta delle autorità arriverà postuma (se mai arriverà) e sarà un insulto alla dignità umana.
Le ARP vanno smantellate e tutte le atrocità che commettono vanno rese pubbliche.
La lungimiranza di De Maria
Il portale ticinese TicinoLive ha riproposto oggi un’intervista del 7 marzo 2015 a Orlando De Maria, attivo in politica e conoscitore delle ARP.
Non deve stupire che quanto pronosticato dal signor De Maria sia ancora attuale, deve stupire piuttosto che a Bellinzona praticamente nessuno se ne sia reso conto.
Qui l’intervista, buona lettura.
PS: Il Ministro Gobbi se l’è presa con me, dandomi dell’incapace, accusandomi di avere interessi personali e di scagliarmi solo contro l’ARP 8.
Poiché non è importante ciò che si dice ma chi lo dice, aspetto ancora le prove tangibili delle abilità di Gobbi (che da mesi sto cercando di raggiungere al telefono, senza successo). Probabilmente questo significa essere bravi.
Signora Hutter, si accomodi all’uscita
È online la petizione per chiedere alle autorità comunali di rimuovere dalla carica di Presidente dell’ARP 15 di Giubiasco la signora Catherine Hutter Gerosa, ormai tristemente nota per le decisioni che appaiono fuori dal contesto giuridico svizzero e sovranazionale. Ti chiediamo di volerla firmare e di farla firmare ad amici e parenti e di volerla condividere sui tuoi profili sociali (Facebook, Twitter, Google Plus, …)
Per chi invece preferisse firmare con la penna, qui è possibile prelevare una copia del formulario che può essere inviato a
STOPARP, CP 78, 6952 Canobbio
oppure all’indirizzo email
stoparp.ticino@gmail.com
Cosa ci aspettiamo
Sinceramente… nulla. Considerati i presupposti con cui le istituzioni si auto-assolvono è plausibile credere che i destinatari della petizione accamperanno un sacco di scuse al fine di rendere plausibile ciò che è inaccettabile, ovvero la riconferma con tanto di pieno di fiducia della Presidente dell’ARP 15 o, come sono solite fare le istituzioni in difficoltà, verrà data una risposta piccata e saccente, secondo cui i cittadini non hanno diritto di parola (!) o, da ultimo ma non per ultimo, nessuno risponderà, facendo finta che tutto vada bene e che – circolo vizioso pericolosissimo – le istituzioni sono infallibili.
“Occorre creare un senso per avere consenso”
E poi?
Il primo aspetto positivo è la sensibilizzazione. Occorre che un numero crescente di cittadini sappia cosa sono le ARP e cosa fanno. Il senso aiuta a creare consenso.
Il secondo aspetto positivo è che chi vorrà spendersi per confermare la signora Hutter, dovrà spiegare perché. E se i cittadini vorranno, sarà possibile avviare una serie di procedimenti per ridare dignità a chi l’ha persa per mano dello Stato.
Dipende da voi.
Aggiornamento
Mi è stato segnalato più volte che non è stato possibile firmare la petizione: dopo avere compilato il form il sito rimanda ad errori senza contare la nuova firma. Il Gruppo STOPARP Ticino (e non solo) ha scritto ad Activism.com ma, ad oggi, i problemi permangono.
Vi ricordo che potete scaricare il formulario e inviarlo via posta oppure via email.
Grazie per la pazienza.
E i ministri non rispondono…
Né Gobbi né Beltraminelli rispondono… la domanda è semplice: come può lo Stato rovinare un’intera famiglia permettendo a cittadini poco inclini all’onestà di fare uso privato delle forze di polizia, permettendo a membri ARP di commissionare perizie dall’esito scontato, accettare referti fatti al buio e senza alcun principio scientifico, separare due anziani dopo una vita insieme, minacciare persone?
Come può il Consiglio di Stato non muovere un dito sapendo che ci sono persone che cambiano distretto, Cantone e persino nazione per sfuggire alle ARP? I profughi non sono solo i disperati sui barconi.
Perché il Consiglio di Stato non interviene? (Si accettano risposte ipotetiche)
Dalla settimana prossima pubblicherò la storia della famiglia Bianchi, storia che Beltraminelli e Gobbi conoscono benissimo e, per motivi che spiegheranno alla Magistratura, non muovono un dito.
Probabilmente hanno chiesto parere agli avvocati dello Stato, tra le cui fila c’è (e pagate voi) quello che è riuscito a fare avere un risarcimento al querelato, nel famoso (e ilare) caso in cui Gobbi non si è accontentato della sentenza di primo grado che gli dava ragione.
Ticino: gli abusi approvati dal Cantone
Questa è una storia triste e dura. Una storia di abusi perpetrati da istituzioni arroganti e incapaci con il benestare del Dipartimento della Socialità e della Sanità e dell’immancabile Dipartimento delle Istituzioni.
Una storia triste, appunto, triste perché con un fine tutt’altro che lieto e triste perché si sarebbe potuto evitare il peggio, ma per Beltraminelli e per Gobbi la vita di un’intera famiglia è poco importante, non vale neppure il tempo di una telefonata. E se c’è stata, questa telefonata, l’hanno fatta alle persone sbagliate.
La tendenza è quella del mandare la volpe a contare le galline. Se i cittadini lamentano gravi torti subiti dalle Istituzioni, chi ha il potere di risolvere la questione evitando trafile giudiziarie (e, magari, risarcimenti dei danni causati) si accontenta della versione che gli viene resa dalle Istituzioni che hanno sempre ragione, anche quando sbagliano. Peggio: anche quando sbagliano con l’intenzione di sbagliare e di arrecare danno.
Al centro della questione un’intera famiglia, la famiglia Bianchi (ovviamente il nome è di fantasia, scarsa, ma pur sempre di fantasia).
C’è di tutto in questa storia: ci sono autorità abusanti, ci sono impiegati pubblici che sbagliano e, al momento di porre rimedio ai propri errori, accatastano bugie una sull’altra per mantenere salda la sedia. Ci sono autorità che inventano problemi inesistenti e se ne avvalgono per inventarne altri altrettanto inesistenti.
C’è l’uso privato delle forze di polizia, c’è la manipolazione di atti, ci sono atti inventati, altri nascosti e altri palesemente falsi e infondati.
Ci sono diverse registrazioni audio, in una delle quali una persona coinvolta in questi abusi minaccia azioni legali se il suo nome dovesse uscire in tutta questa faccenda. Perché quando bisogna abusare della propria posizione va bene, ma quando si è chiamati a risponderne allora bisogna minacciare.
E poi ci sono loro: Gobbi, che tempo fa mi accusava di essere un’incapace e di non volere il dialogo e poi c’è Beltraminelli. Entrambi conoscono la situazione ed entrambi – a quanto risulta al momento almeno – non hanno mosso un dito.
Ho chiesto ai ministri una loro nota da pubblicare su questo blog, quindi prima di raccontare (a puntate) tutte e schifezze fatte dalle autorità e dalle persone coinvolte, aspetto che il direttore del Dipartimento delle Istituzioni e il direttore del Dipartimento della Sanità e della Socialità spieghino ai cittadini perché hanno ritenuto necessario non intervenire in nessun modo.
E, c’è da scommetere, i nomi che appariranno saranno noti a molte delle persone che, loro malgrado, hanno avuto a che fare con le istituzioni ticinesi.
Continuate a fare arrivare le vostre segnalazioni, saranno utili a molti. Perché uniti le cose si possono cambiare.